Su iniziativa del Consorzio Agribologna, lo zucchino chiaro bolognese ottiene il marchio ‘collettivo di tutela’.
La zucchina “bolognese” storico prodotto del territorio emiliano ottiene il marchio collettivo di tutela “Zucchina chiara di Bologna”. L’iniziativa è del Consorzio Agribologna - Gruppo Agribologna - che dopo mesi di lavoro ha messo a punto il ‘Disciplinare di Produzione’ e il marchio che posto sul pack delle confezioni garantisce al consumatore, origine, qualità e modalità di coltivazione della zucchina
Tipica forma a ‘botticella’, color verde chiaro con maculature biancastre, lunghezza tra i 7 e i 14 cm, peso tra i 70 e i 150 gr, è l’identikit della ‘Zucchina chiara di Bologna’, oggetto di tutela del nuovo marchio. La zona di produzione comprende esclusivamente il territorio di Bologna e provincia. La ‘Zucchina chiara di Bologna’ è commercializzata in vassoi di cartoncino da 500/600 gr per la grande distribuzione e in forma sfusa in cestini di plastica riciclata per il canale del retail tradizionale. Dal punto di vista ambientale, massima attenzione viene dedicata a sostenibilità e riciclabilità del packaging, particolarmente importante in questo caso, considerata l’estrema delicatezza del prodotto.
La zucchina bolognese ha radici profonde nel territorio, frutto di tradizioni e di coltivazioni tramandate di generazione in generazione. La particolare combinazione dei fattori produttivi, quali la capacità degli agricoltori e l’artigianalità di preparazione del prodotto, unitamente alle caratteristiche pedoclimatiche dell’area interessata, ha consentito a questa produzione di differenziarsi, diventando un prodotto di qualità e prestigio riconosciuti a livello locale, nazionale e internazionale e da oggi oggetto di tutela del marchio collettivo. I consumatori affezionati, o nuovi, sapranno - grazie al marchio di tutela - trovare sempre nel prodotto tutte le caratteristiche che contraddistinguono la ‘Zucchina chiara di Bologna’.
la zucchina, fra coltivazione, storia e cucina: le zucchine chiare appartengono alla famiglia delle Cucurbitacee, come la zucca, il cetriolo, il cocomero e il melone. Vengono raccolte ogni giorno da impianti di serra nel periodo primaverile, poi in pieno campo da maggio in poi. Si tratta di un prodotto molto delicato, da confezionare e portare alla vendita in tempi rapidi, per garantirne qualità e freschezza. Le semine iniziano in serra a febbraio e terminano ad agosto. La raccolta di prodotto incomincia a marzo e termina a inizio novembre. È un prodotto che si conosce da secoli: è il ‘frutto immaturo della zucca’, che si è evoluto nel tempo, passando dalla destinazione ad un’alimentazione prevalentemente povera, ad essere sempre più apprezzato e ricercato. Ritrovamenti archeologici (frammenti di semi e buccia, dal 7000 al 1500 a.C.) ne attribuiscono la provenienza al Messico e alla Costa Sud Occidentale degli Stati Uniti. È in seguito alla scoperta dell’America che la zucchina si diffonde in aree più calde e subtropicali. Le notizie disponibili sull’utilizzo culinario della zucchina partono nel ‘600 da Bologna, per mano di Vincenzo Tanara, agronomo, che racconta di zucchine ripiene di “pane, pignoli, uva passa, erbette, mosto cotto”. Nel ‘900, poi, l’Artusi scrive di zucchine ripiene “di grasso e di magro”, ricette che saranno poi riprese per le più classiche “Zucchine ripiene alla Bolognese” che devono la loro prima fama proprio al noto scrittore e gastronomo. Gli ultimi anni del ‘900 segnano una decisa evoluzione genetica della zucchina bolognese. Ed è proprio da quel periodo che guadagna una notevole importanza commerciale e accresce la propria notorietà, divenuta di recente anche ‘royal’. Nel 2018, infatti, il prodotto bolognese ispira Meghan Markle, duchessa di Sussex, che prepara una pasta con un sugo a base di zucchine, che battezza ‘Zucchine alla Bolognese’, creando in realtà una nuova, inedita ricetta.